Ha ragione Serra, naturalmente. Ma sull’elezione del Presidente, come può fare il Pd a mettere insieme chiarezza e larghe intese? Dai su, non chiedete l’impossibile.
Ha ragione Serra, naturalmente. Ma sull’elezione del Presidente, come può fare il Pd a mettere insieme chiarezza e larghe intese? Dai su, non chiedete l’impossibile.
E’ una vecchia storiella. In un’azienda i due ai massimi vertici s’incontrano e uno dice all’altro:
– “Ho due notizie per te, una buona e una cattiva. Quale vuoi per prima?”
-“Occristo, dammi quella cattiva, dai”.
-“Siamo nella merda”.
-“Porcavacca. E la notizia buona?”
-“Ce n’è tanta”.
Ecco, mi è venuta in mente leggendo poco fa questa lucida e impietosa analisi di Alessandro Gilioli.
Se queste sono le premesse – e mi pare proprio che lo siano – quale che sia la direzione che prenderanno i fatti non mi pare che ci sia da esserne felici e giubilanti. Ce n’è tanta, è vero.
Oh, se la vedete diversamente fatemelo sapere, non fate i soliti.
Fantastico. In questa intervista D’Alema dichiara che la strategia per governare l’Europa è rappresentata dalle larghe intese tra socialisti e popolari, lasciando intatti gli accordi. “There is no alternative”.
Viva la chiarezza, una volta tanto. Altro che voto utile: votare per Schultz è il modo migliore per continuare ad essere governati dalla Germania di Angela Merkel, condannati per anni all’austerity brutale del liberismo e del fiscal compact.
Poi mi chiedono come mai voterò Tsipras.
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Video pubblicato il 4 aprile 2014
Interview with Massimo d’Alema, President of FEPS and former Prime Minister of Italy, in the Forum “A Progressive Renaissance for Europe” organised in Brussels by the Foundation for European Progressive Studies (FEPS) and its close partners
Mi associo all’appello de Il Fatto Quotidiano contro il progetto di manomissione della Costituzione della maggioranza delle larghe intese che “affossa l’articolo 138, umilia i parlamentari e tiene all’oscuro l’opinione pubblia. Mentre il Porcellum resta”.
Si può firmare qui.
Hanno già firmato, tra gli altri:
Fiorella Mannoia, Alessandro Pace, Gianni Ferrara, Alberto Lucarelli, Don Luigi Ciotti, Michela Manetti, Raniero La Valle, Claudio De Fiores, Paolo Maddalena, Cesare Salvi, Massimo Siclari, Massimo Villone, Silvio Gambino, Domenico Gallo, Antonio Ingroia, Beppe Giulietti, Antonello Falomi, Raffaele D’Agata, Mario Serio, Antonio Di Pietro, Paolo Ferrero, Aldo Busi, Salvatore Settis, Gian Carlo Caselli, Salvatore Borsellino, Roberta De Monticelli, Paolo Flores D’Arcais, Maurizio Viroli, Maurizio Crozza, Gustavo Zagrebelsky, Mario Almerighi, Franco Baldini, Bianca Balti, Aldo Busi, Adriano Celentano, Luisella Costamagna, Ennio Fantastichini, Ficarra e Picone, Fabrizio Gifuni, Gene Gnocchi e Valentina Lodovini, Davide Dileo “Boosta”, Milena Gabanelli, Daniele Luttazzi, Francesca Neri, Ottavia Piccolo, Claudio Santamaria, Giulia Maria Crespi, Massimiliano Fuksas, Gianna Nannini, Marco Tullio Giordana, Gino Strada, Giancarlo De Cataldo, Dario Fo, Andrea Occhipinti, Sandro Ruotolo e Vauro, Paola Turci, Donatella Versace, Gianni Boncompagni, Sabrina Impacciatore, Franco Battiato, Riccardo Iacona, Andriano Sansa, Gianni Vattimo, Gigi Proietti, Milly Bossi Moratti, Piergiorgio Odifreddi, Carlo Lucarelli, Carlo Freccero, Elio e le Storie Tese, Giovanna Maggiani Chelli, Lidia Ravera, Natalino Balasso, Paul Ginsborg, Luca Guadagnino, Luca Mercalli, Stefano Bonaga, Nicoletta Mantovani, Maurizio Maggiani, Marisa Laurito, Fabio Picchi, Armando Spataro, Associazione Addiopizzo, Giuseppe Cederna, Alessandro Haber, Enrico Lucherini, Nicola Piovani, Carlo Smuraglia, Lorella Zanardo, Giorgio Cremaschi, Aldo Nove, Isabella Ferrari, Bruno Gambarotta, Francesco Pinto, Marina Rei, Valeria Parrella, Ugo Mattei, Roberto Faenza, Giulio Casale, Nicola Di Grazia-Movimento per la Giustizia, Enrico Di Nicola, Paolo Rossi, Sergio Rubini, Carlo Verdone, Gianfranco Bettin, Sabrina Ferilli, Marco Revelli, Gianfranco Amendola, Roberto Esposito, Stefano Sollima, Andrea Camilleri, Anna Kanakis, Giovanni Veronesi, Ileana Argentin, Caparezza, Oliviero Toscani, Claudio Baglioni, Geppi Cucciari, Sandro Gerbi, Silvio Muccino, Federica Sciarelli, Carmen Llera, Valeria Golino, Loredana Taddei, Gherardo Colombo, Elio Germano, Claudia Zuncheddu, Dacia Maraini, Stefano Benni, Maurizio Scaparro, Serena Dandini, Paolo Sollier, Vinicio Capossela, Francesco Rosi, Paolo Sorrentino.
Niente dimissioni in massa dei parlamentari PdL. Un bel sogno durato poco. E’ quel che temo, dopo la dichiarazione di Napolitano. Ritireranno le dimissioni per dimostrare che – loro sì – hanno a cuore l’Italia, hanno consapevolezza del difficile momento, sono sensibili all’appello del Presidente, ecc. ecc la solita sequela di fregnacce per incantare i loro elettori.
Quanto a Napolitano (vedere la sua dichiarazione più sotto), mi domando se abbia finalmente capito a a quale compagnia di irresponsabili abbia affidato la missione impossibile delle ‘larghe intese’. Gli italiani stanno cercando di farglielo comprendere in tutti i modi anche con questo sondaggio di SKYtg24 che vale più di un discorso:
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“L’orientamento assunto ieri sera dall’Assemblea dei gruppi parlamentari del PdL non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica. Ma non posso egualmente che definire inquietante l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento – ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili – di tutti gli eletti nel PdL. Ciò configurerebbe infatti l’intento, o produrrebbe l’effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere.
Non meno inquietante sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere. C’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere – se è questa la volontà dei parlamentari del PdL – la loro vicinanza politica e umana al Presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento.
Non occorre poi neppure rilevare la gravità e assurdità dell’evocare un “colpo di Stato” o una “operazione eversiva” in atto contro il leader del PdL. L’applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto in Europa, così come lo è la non interferenza del Capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria”.
26 settembre 2013
Copio e incollo dal blog di Pippo Civati.
Mi pare una di quelle vecchie istantanee dei primordi della fotografia, un pò sfocate e color seppia. Solo che purtroppo riguarda noi, oggi.
Ne siano prova gli ultimi atti della politica italiana, con la nascita di un governo di sedicenti “larghe intese” che ha di fatto avocato al Palazzo ogni mossa e ogni decisione, quasi abrogando un esito elettorale irrequieto, iper-movimentista e anti-istituzionale. Certo difficile da tradurre in una soluzione di governo: ma non riconducibile in alcun modo, questo no, al rinserrarsi patologico, impaurito, di due partiti storicamente avversi (e di due Italie non conciliabili) dentro le stanze del governo. Con il dovuto rispetto per il presidente Napolitano, un vecchio abitante della sinistra come me (e, ben più autorevolmente, come Occhetto) non può non leggere in questa fase una significativa vittoria della “destra comunista”, che al rischio e al mutamento oppone da sempre, con supposta maggiore saggezza, supposto maggiore realismo, una compassata diffidenza: tutto, purché niente davvero cambi.
Michele Serra, prefazione a Achille Occhetto, La gioiosa macchina da guerra, Editori Riuniti.
“Daniela Santanchè vicepresidente della Camera, con i voti del PD, è quello che io definisco troppo. Perché va bene il bene del paese, sono d’accordo che questo governo è necessario al paese, ma non c’è un motivo al mondo per il quale il Pd debba accettare anche Daniela Santanché vicepresidente di Montecitorio” dice Marco Esposito sul suo blog, ed io sono d’accordo.
E’ ora che il Pd punti i piedi e dimostri che crede al valore delle istituzioni, crede nell’urgenza di un ritorno all’etica, crede che non è tutto negoziabile in nome di questo quanto mai fasullo termine delle ‘larghe intese’. Insomma, ora davvero basta.
C’è un limite a tutto come ha scritto bene Mario Lavia su Europa.
Daniela Santanchè vicepresidente della Camera, con i voti del PD, è quello che io definisco troppo. Perché va bene il bene del paese, sono d’accordo che questo governo è necessario al paese, ma non c’è un motivo al mondo per il quale il Pd debba accettare anche Daniela Santanché vicepresidente di Montecitorio.
E’ vero: se esiste una maggioranza, in teoria, la maggioranza politica deve votare in maniera compatta anche i vicepresidente degli altri partiti di maggioranza.
Ma non si può sempre ragionare in astratto. Le persone hanno una (loro) storia. Sono portatori delle loro idee e delle loro scelte politiche e dei loro atteggiamenti. Secondo me Daniela Santanchè per il suo passato politico non può presiedere l’aula di Montecitorio perché ha dimostrato, in passato, di non avere quell’affidabilità istituzionale che il ruolo merita. Non ha lo “standing”, la levatura, per accedere a quel ruolo. Non ha quella capacità di essere superpartes che quel ruolo richiede
E, inoltre, è un nome quasi provocatorio nei confronti del Pd e dei suoi elettori.
Ricordo che il PdL si rifiutò, nella scorsa legislatura, di votare il presidente di commissione della Vigilanza Rai che il PD voleva, fino a votare Riccardo Villari. Ecco, oggi il Pd, senza arrivare alla forzatura di votare per un altro esponente del PdL, si deve rifiutare di votare la Santanchè.
Anzi, sfrutti l’opportunità, per far vedere come sul nome della pitonessa, non ci sia neanche l’accordo di tutto il PDL. O Forza Italia che dir si voglia. Il voto sulla Santanché può diventare un autogol per il centrodestra. Per misurarne la compattezza. Se, si arriverà al paradosso, che la Santanché passasse grazie ai voti democratici, saremmo davanti ad un autogol.
AGGIORNAMENTO : Arrivano i primi no a Daniela Santanchè:
Non penso di votare Daniela Santanchè alla vice presidenza della Camera”. Matteo Orfini (Pd), adAgorà Estate, su Rai Tre, esclude di dare la preferenza alla candidata Pdl. “Credo – continua Orfini – che sia un errore da parte del Pdl candidare la Santanchè. Alcune scelte rischiano di essere delle mine sulla strada di questo governo. Penso – ha concluso – che candidare Daniela Santanchè alla vicepresidenza della Camera, sia cercare un incidente
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