Wired, cui confermo il mio sentito grazie, pubblica oggi un chiarissimo articolo di Dario Falcini sulle cinque principali bufale (gli invasati omofobi come Giovanardi e Bagnasco ne aggiungono ovviamente molte altre della stessa qualità, oltre agli usuali e ridicoli anatemi del caso) che girano intorno al disegno di legge sulle unioni civili. Lo riporto per intero (l’originale è qui) come segno della mia stima.
5 bufale sulle unioni civili
Dai costi esorbitanti al rischio incostituzionalità. Dal presunto boom delle adozioni gay allo sdoganamento dell’utero in affitto, fino al no della comunità scientifica. Ecco le principali falsità sul ddl Cirinnà
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Ostruzionismo, campagne stampa, manifestazioni di piazza, attività di lobbying. In un sistema democratico queste sono strategie lecite per fare valere le proprie idee e cercare di contrastare quelle che si ritengono scorrette.
Diffondere verità infondate per terrorizzare l’opinione pubblica, al contrario, non si fa. Eppure la bufala è divenuta uno dei principali strumenti di lotta contro il ddl Cirinnà, che tra mille difficoltà ha iniziato il suo iter parlamentare (il 16 febbraio si parte con la votazione degli emendamenti).
Nulla di nuovo: la genesi della fantomatica ideologia gender aveva già fatto intuire quanto possa essere pericolosa la divulgazione a arte di false informazioni. Ora, grazie alla complicità di molti, si sta passando il segno. Vediamo allora alcune delle principali bufale che falsano il dibattito sulle unioni civili in Italia.
- La questione dei soldi
Avevamo già affrontato la questione del costo delle unioni civili in un precedente articolo. In questo caso la fonte è nota e autorevole:“Se intervenissimo sulle pensioni di reversibilità il tema costerebbe circa 40 miliardi di euro” , dichiarava lo scorso 10 marzo il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Alla luce del rischio di un esborso proibitivo per le casse pubbliche il ddl Cirinnà subì nuovi rallentamenti, in attesa di un parere del ministero dell’Economia e delle finanze. I calcoli dell’ex Tesoro arrivarono dopo alcuni mesi e stabilirono che gli oneri complessivi per le casse dello Stato derivanti dal ddl andrebberodai 3,7 milioni di euro nel 2016 ai 22,7 milioni nel 2025. Giusto alcuni zero di meno rispetto a quelli paventati da Alfano.
In pratica la copertura finanziaria del provvedimento non è in discussione, eppure c’è chi continua a usare la leva economica e presunti sacrifici della fascia debole della popolazione per cercare di boicottare la legge.
- La presunta incostituzionalità
Secondo, ad esempio, l’Unione dei giuristi cattolici italiani “le ipotesi normative”della legge rendono “omologhe alla famiglia altre forme di convivenza, che della famiglia non hanno i caratteri e le spettanze”. In questo caso sarebbe la Costituzione italiana (articoli 29 e 30) a chiarire il difetto del ddl Cirinnà.
Una tesi che avrebbe trovato conferma nel massimo difensore della Carta fondamentale: Sergio Mattarella. Scriveva la Repubblica il 18 gennaio che il presidente era stato pronto a non firmare il ddl per la sospetta incostituzionalità. All’inquilino del Quirinale, sulla base di una sentenza della Corte costituzionale del 15 marzo 2010, avrebbe preso il dubbio che “queste unioni civili siano troppo equiparate al matrimoni”, scriveva il quotidiano.
Gli interrogativi di Mattarella avrebbero portato a una serie di ripensamenti e tentativi di cambiare ancora una volta in corsa la legge. Ma se, scriveva la Corte nella sentenza numero 138, il codice civile “non consente che le persone di orientamento omosessuale possano contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso”, allo stesso modo è garantita a ogni coppia convivente “il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”. Trovare forme di garanzia per queste unioni, si aggiungeva, spetta al Parlamento. Guarda caso dal Colle non si è più registrato alcun monito.
- Nessun via libera alle adozioni per tutti
In Italia la famigerata stepchild adoption esiste dal 1983 e consente l’adozione del figlio del coniuge, previo consenso del diretto interessato e del genitore biologico. Al resto hanno pensato i giudici: nel 2007 il Tribunale per i minorenni di Milano estese questa facoltà anche alle coppie non sposate, prima escluse, nel 2014 il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione di una bimba allevata da una coppia di due donne conviventi, nata da una delle due madri attraverso fecondazione eterologa assistita.
Dunque, in questo caso, una sentenza favorevole all’istituto già esiste. Non ha alcun fondamento invece la fuga di notizie secondo cui il ddl Cirinnà consentirebbe in assoluto l’adozione di figli da parte di coppie omosessuali: la stepchild adoption si riferisce solo a casi particolari, poche centinaia all’anno, e serve a salvaguardare rapporti affettivi già in atto tra minori e adulti. Per quanto riguarda l’adozione di bambini non nati da uno dei due genitori l’iter rimane complicato e in ogni caso non è toccato dalla legge in discussione al Senato.
- L’utero non si affitta
“Siamo nell’ultraprostituzione, e senza ipocrisia va denunciato ogni tentativo di regolamentazione che sarebbe illusoria”così scriveva alcuni giorni fa su Facebook Beatrice Lorenzin. Nelle scorse ore, in un’intervista al Corriere della Sera, ha spiegato che“il problema dell’utero in affitto riguarda al 60% coppie eterosessuali contro il 40% di coppie omosessuali”.
Ma quello che i dati ministeriali non dicono è che in alcun modo la legge sulle unioni civili rende legale la pratica. In Italia la procreazione assistita è normata dalla legge 40. Oggi è consentita in numerosi Paesi tra cui Stati Uniti e Canada e da noi, da sulla base di una sentenza del 27 gennaio 2015, chi usufruisce all’estero della maternità surrogata può essere poi dichiarato legittimo genitore. Il senatore di maggioranza Gianpiero Della Zuanna ha proposto un emendamento per arrestare chi ricorre alla maternità surrogata anche all’estero. Ma, al momento, la legge dice altro e, soprattutto, il ddl Cirinnà nulla aggiunge in tal senso.
- La contrarietà della comunità scientifica
Vittima della bufala in questo caso, oltre che lacomunità Lgbt e chiunque pensi che il ddl sia da approvare, è stato Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria. A inizio febbraio quasi tutti i media riportavano le sue dichiarazioni secondo cui “studi e ricerche cliniche hanno messo in evidenza che i processi di maturazione psicoaffettiva e psicologica di un bambino possono rivelarsi incerti e indeboliti da una convivenza all’interno di una famiglia in cui il nucleo genitoriale non ha il padre e la madre come modelli di riferimento”. Le sue parole, che per altro non rappresentano la totalità di vedute dei professionisti del servizio di pediatria, erano subito rilanciate da politici e opinionisti anti Cirinnà.
A stretto giro è arrivata la rettifica di Corsello. “Non si voleva esprimere in alcun modo la correlazione certa tra danni allo sviluppo e convivenza con genitori dello stesso sesso, ma solo la impossibilità di escluderla a priori. La norma che sana e rende legittime le situazioni di fatto di minori con due genitori dello stesso sesso è da considerare con favore”, ha chiarito.
La tesi secondo cui dal riconoscimento contronatura alle coppie omosessuali di crescere un figlio possa discendere una futura società genderizzata, qualunque cosa essa significhi, è il cavallo di battaglia di piattaforma quali il Family Day o delle decine di siti omofobi fioriti negli anni. Ma, ancora una volta, le loro campagne non si basano su alcun dato evidente. Al contrario uno studio del 2012 di un gruppo di ricercatori dell’università di Melbourne sostiene che il benessere fisico e mentale (secondo definizione Oms) di 500 figli minorenni di coppie omosessuali è superiore alla media dei coetanei.
Il resto sono bufale.
Mio p.s.
In quasi tutta Europa le unioni tra persone dello stesso sesso sono regolamentate. E’ una elementare questione di diritti. Per cui in Francia, Spagna, Svezia, Olanda, Islanda, Regno Unito, Belgio, Norvegia, Svezia, Danimarca e è previsto il matrimonio gay, mentre l’unione civile è stata adottata in Germania, Svizzera, Austria, Croazia, Grecia, Ungheria.
L’Italia è attualmente in compagnia di Cipro, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Polonia, Lituania e Lettonia.
Tag:ddl Cirinnà, diritti umani, pensioni di reversibilità, stepchild adoption, unioni civili, utero in affitto
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