L’intervista al capo della polizia Gabrielli che rimette i fatti di Genova del 2001 nella giusta luce, ammettendo colpe, errori e responsabilità di chi dirigeva e gestiva l’ordine pubblico al G8, contiene anche un passo più che interessante, fondamentale. Questa sua dichiarazione:
“Una Polizia che non ha e non deve avere paura degli identificativi nei servizi di ordine pubblico, di una legge, buona o meno che sia, sulla tortura, dello scrutinio legittimo dell’opinione pubblica o di quello della magistratura.”
Individuare con certezza gli autori episodi di brutalità, di violenza gratuita, perfino di sadismo da parte di individui indegni di indossare la divisa di tutori dell’ordine è una questione di civiltà.
La polizia ha il compito di proteggere i cittadini, di tutelarli, è al loro servizio: merita tutto il rispetto dovuto a chi si impegna in questo compito delicato e vitale. Ecco perché i pestaggi nelle di singoli nelle guardine o nelle manifestazioni o come quelli tristemente noti della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto a Genova non devono più avvenire. È. lo ripeto, una semplice questione di civiltà.
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