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Michela Marzano: la coerenza e l’integrità (e il Pd)

14 Mag

“Credo che l’integrità e la coerenza siano valori che la politica, se vuole veramente recuperare la fiducia dei cittadini, dovrebbe cercare di rivalutare.”

Questa splendida frase di Michela Marzano, racchiusa nel suo commento su Facebook all’Amaca di Michele Serra, spiega tutto. Spiega il disorientamento (se non il disgusto) di tanti elettori, il loro rifiuto, la protesta, perfino il qualunquismo. La politica, in questo nostro povero Paese, non è più, da tempo, il momento più alto e nobile della civitas, cioè della vita della comunità: per troppi è ormai – in Parlamento come in un Consiglio comunale, sul piano nazionale come su quello locale, cioè – un’opportunità da sfruttare, l’esatto opposto del concetto di disinteressato servizio per il bene comune su cui essa politica è da sempre fondata.
Ecco perché il gesto di Michela Marzano mi dà nuova fiducia: finché ci saranno persone così c’è speranza.

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Michela Marzano
La mia risposta a ‪#‎MicheleSerra‬ ‪#‎unionicivili‬ ‪#‎PD‬
Caro Michele Serra, hai ragione che i tempi del renzismo sono febbrili (nel bene e nel male), ma forse il tempo della discussione possiamo prendercelo non credi? È per questo che, prima ancora di cercare di risponderti, ti ringrazio per

l’opportunità che mi dai oggi con la tua «Amaca» di iniziare un dibattito che può, quindi, anche non essere solo ipotetico. È vero, e hai ragione nel ricordarlo, che ho parlato di «coerenza» per spiegare la mia uscita dal Gruppo Parlamentare del PD dopo l’approvazione delle legge sulle unioni civili – che continuo a reputare importante e necessaria, ma non sufficiente e, sul capitolo dei bambini che continuano a essere penalizzati in ragione dell’orientamento sessuale dei genitori, proprio brutta. La coerenza cui però ho fatto riferimento, non è tanto o solo « con me stessa ». Se fosse questo il problema, sarebbe stato poco interessante, anzi banale. « I am not that important » mi disse un giorno un amico, e credo che sia vero per chiunque di noi. La coerenza che mi interessa, è quella con gli ideali etici e morali che giustificano – o dovrebbero giustificare – l’impegno in politica. E quindi soprattutto la coerenza con l’uguaglianza di tutte e di tutti. Un’uguaglianza che resta, almeno per me, la stella polare della sinistra. Un’uguaglianza che non si può sempre e solo MichiserraMarzano invocare, prima di continuare a trattare alcune persone come « meno uguali » rispetto alle altre La politica, scrivi giustamente, non ha come parametro il sé, ma la società. Ma è proprio la società che avevo in mente quando ho parlato di coerenza. Non è un caso che abbia citato nella mia lettera di dimissioni Jean Guehenno e il suo invito a « non seguire il mondo come va ». Il mio gesto, in fondo, è solo questo: una testimonianza del fatto che si può, e talvolta si deve, non seguire il mondo come va. Credo che l’integrità e la coerenza siano valori che la politica, se vuole veramente recuperare la fiducia dei cittadini, dovrebbe cercare di rivalutare.
PS: visto che parli di «fatica» e «dolore» mi permetto di parlare del dolore e della fatica di questa mia scelta. Dal gelo che mi ha accolto ieri in Aula, dove in tanti hanno smesso non solo di salutarmi, ma anche di guardarmi negli occhi, alle tantissime mail di chi, invitandomi a tornare a Parigi, mi hanno dato dell’ingrata, dell’arrogante o della poveretta (e tralascio gli insulti o le minacce, che non meritano nemmeno di essere citate). Ma va bene così. In fondo, sono stata io a scegliere di non seguire il mondo come va, no?

 

Viva Serra!

26 Ago

Firmo anch’io.

In principio era il grugnito

3 Set

L'amaca di Michele Serra (da la Repubblica del 3 settembre 2014)

L’amaca di Michele Serra (da la Repubblica del 3 settembre 2014)

In questa riflessione di Michele Serra – una delle sue migliori, a mio avviso – non colpisce tanto il commento di un Maradona che come profondità di pensiero non ha mai superato la fase adolescenziale, quanto lo spazio che i media hanno dedicato a quella che definire ‘dichiarazione’ è un complimento.

Quanti dei giornalisti che si sono presi la pena di riportarla hanno avuto un attimo di resispiscenza? Possibile che nessuno di loro, a cominciare da chi l’ha raccolta per primo, abbia provato un attimo di indignazione, di riprovazione, e abbia sottolineato l’arretratezza culturale di un concetto così primitivo come la ‘proprietà’ della donna? E se un giornalista – che non ha solo il compito di informare pedestremente come un pappagallo, ma soprattutto quello di indirizzare verso l’alto la mente di chi legge, non ne ha sentito il bisogno, potremo mai noi popolo aspirare ad una minima evoluzione?

Eppure resto ancora e testardamente convinto che gli italiani siano molto migliori e più avanzati della propria classe dirigente: ricordo la rivoluzione di costume – e di pensiero – ottenuta a suo tempo col divorzio e il diritto all’aborto, e oggi il massiccio movimento d’opinione per l’eutanasia, la fecondazione assistita, il matrimonio omosessuale e così via. Sono tutti segnali profondi di una evoluzione già realizzata ma tenuta sotto la cenere come clandestina da chi, prima di tutto in Parlamento, dovrebbe invece favorirla e sostenerla ma non se ne avvede, per incapacità o sordido calcolo politico.
Abbiate fiducia: ne usciremo lo stesso.

 

Un’istantanea delle elezioni

22 Mag

Con la consueta abilità, Michele Serra disegna oggi nella sua Amaca la sua visione delle scelte che gli elettori si troveranno a fare domenica. In verità, io la mia l’ho fatta da tempo.

Da Repubblica del 22.5.14

Da Repubblica del 22.5.14

Quasi per par condicio

30 Gen

Amaca Italicum
Quasi per par condicio (ma NON è così, sia chiaro), quasi a bilanciare la sua Amaca di ieri, Michele Serra oggi commenta positivamente la conclusione della prima parte del cammino della proposta di legge elettorale varata da Renzi con la complicità di er banana. Tra l’altro, la chiama Italicum, mentre io mi ostinerò – fin quando non verranno introdotti gli indispensabili correttivi – a chiamarla Porcellinum, che mi appare perfetto sia come diminutivo che come fusione di Porcellum e Topolinum (la prima definizione che mi era venuta in mente).
Tornando a Serra, la chiave di lettura odierna è nella conclusione, là dove afferma plaudente, riferendosi a Renzi, che “ci ha messo un mese“. Mi permetto di dissentire vigorosamente: è vero che tutti gli altri partiti  non c’erano riusciti in anni di incontri, conciliaboli, commissioni, saggi riuniti a gruppi e a mazzi. Verissimo. Ma non mi stancherò mai di affermare che una buona legge non necessita certo della fretta per essere elaborata e quindi definita tale,  e sono solo l’ultimo di una nutrita folla di italiani a sostenerlo.
Soprattutto perchè, se varare una legge in poco tempo fosse il principale requisito per considerarla ‘buona’, Serra dovrebbe cambiare idea sul Porcellum ricordandosi come nacque: Calderoli e i suoi tre/quattro compagni di merende montane rinchiusi in una baita ci riuscirono in pochi giorni.

SERRA vs serra: 10 (con lode) a zero

29 Gen

Un Serra maiuscolo (Michele) fustiga e stigmatizza un Serra minuscolo e meschino (Davide), uno zero in tutti i sensi.

SERRA vs serra

Da la Repubblica di oggi, 29.01.2014

Genova: se otto milioni vi sembran pochi

24 Nov

Ha perfettamente ragione Michele Serra nella sua AMACA di oggi su Repubblica.
Se un servizio pubblico come i trasporti di Genova va in crisi per un buco di otto milioni di euro e l’unica soluzione è la sua privatizzazione c’è solo una risposta: siamo alla frutta (o forse anche dopo di questa, spero di no) e per i beni comuni, i servizi sociali non c’è più spazio o vita, sono solo destinati a soccombere, ingoiati anch’essi dal drago del liberismo, cioè dalla più turpe idolatria del profitto.
Otto milioni per una struttura con quei compiti – un servizio peraltro pagato dai cittadini – dinanzi alle voragini aperte da istituzioni finanziarie, aziende e partecipate municipali, iniziative dello Stato per la promozione di questo o di quell’altro, ponti di Messina, eccetera, eccetera, fanno (farebbero) sorridere, se non fossimo nella situzione attuale. E non è dissimile la situazione in altre città. Roma e Napoli tra le prime.
Certo, c’è anche da chiedersi e – sperando nella meritoria opera della magistratura – indagare dove siano andati a finire quegli otto milioni: incapacità, corruzione. furto (semplice o aggravato)? Non lo so, come al momento non so dove siano finiti i settanta milioni oggetto del furto operato sui biglietti dell’ATAC di Roma (notizie di oggi indicano una traccia rinvenuta a San Marino di parte di questi ultimi): comunque prima o dopo sapremo ma, ripeto, il punto sta nella sintesi dell’interrogativo di Serra: che fine sta facendo il nostro Paese se il comune di Genova va in crisi per soli (sic) otto milioni di euro?
Serra Genova

P.S. Chiedo scusa per la pessima qualià dell’immagine.

p.s. Chiedo scusa per la pessima qualità dell’immagine.

Io sto con Rodotà ( e con Michele Serra)

24 Set

Potevano i dipendenti pennivendoli del pregiudicato riflettere un istante su quel che stavano per scrivere su Libero  e il Giornale (ed evitare così l’ennesima figura di cacca) ? Poteva il ministro (!) Alfano esimersi dallo strumentalizzare (vecchia abitudine) una frase in buon italiano, comprensibilissima ai più? Era possibile, insomma, che la poiitica d’oggi (diciamo da una ventina d’anni a questa parte) non si scagliasse rabbiosa e sbavante su un giudizio, un’opinione, pronunciata da un uomo che può orgogliosamente mostrare il suo patrimonio di una vita consacrata alla cultura e alla Costituzione?

E’ ovvio che non era possibile e infatti non mi sono affatto meravigliato. Ammetto tuttavia che mi ha colpito il sussiego con cui alcuni media, senza naturalmente raggiungere l’orgasmo rabbioso di Sallustri e Belpietro, hanno dato la notizia. Parevano compiaciuti di poter bacchettare, in senso figurato, il professor Rodotà, quasi volendo dimostrare la loro, malintesa, indipendenza di giudizio. A questo gioco gli italiani che ne conoscono la storia non si prestano ed è con vero piacere che oggi ho letto semplici riflessioni di Michele Serra. Semplici per chi è non in malafede, ovviamente.

AMACA Rodotà

Un italiano su cinque

13 Set

Un italiano ne tiene in ostaggio altri quattro, secondo Michele Serra. E la sua è una logica aritmetica inattaccabile, secondo me. Il fatto, però, è che la realtà è ancora peggiore: un italiano che ricatta un intero Paese. Per di più, un pregiudicato.

Amaca 13 09 13

La direzione Pd. In tutte le direzioni.

27 Lug

Michele Serra oggi, su Repubblica.

Amaca 27 07 13

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