“Credo che l’integrità e la coerenza siano valori che la politica, se vuole veramente recuperare la fiducia dei cittadini, dovrebbe cercare di rivalutare.”
Questa splendida frase di Michela Marzano, racchiusa nel suo commento su Facebook all’Amaca di Michele Serra, spiega tutto. Spiega il disorientamento (se non il disgusto) di tanti elettori, il loro rifiuto, la protesta, perfino il qualunquismo. La politica, in questo nostro povero Paese, non è più, da tempo, il momento più alto e nobile della civitas, cioè della vita della comunità: per troppi è ormai – in Parlamento come in un Consiglio comunale, sul piano nazionale come su quello locale, cioè – un’opportunità da sfruttare, l’esatto opposto del concetto di disinteressato servizio per il bene comune su cui essa politica è da sempre fondata.
Ecco perché il gesto di Michela Marzano mi dà nuova fiducia: finché ci saranno persone così c’è speranza.
=======================
Michela Marzano
La mia risposta a #MicheleSerra #unionicivili #PD
Caro Michele Serra, hai ragione che i tempi del renzismo sono febbrili (nel bene e nel male), ma forse il tempo della discussione possiamo prendercelo non credi? È per questo che, prima ancora di cercare di risponderti, ti ringrazio per
l’opportunità che mi dai oggi con la tua «Amaca» di iniziare un dibattito che può, quindi, anche non essere solo ipotetico. È vero, e hai ragione nel ricordarlo, che ho parlato di «coerenza» per spiegare la mia uscita dal Gruppo Parlamentare del PD dopo l’approvazione delle legge sulle unioni civili – che continuo a reputare importante e necessaria, ma non sufficiente e, sul capitolo dei bambini che continuano a essere penalizzati in ragione dell’orientamento sessuale dei genitori, proprio brutta. La coerenza cui però ho fatto riferimento, non è tanto o solo « con me stessa ». Se fosse questo il problema, sarebbe stato poco interessante, anzi banale. « I am not that important » mi disse un giorno un amico, e credo che sia vero per chiunque di noi. La coerenza che mi interessa, è quella con gli ideali etici e morali che giustificano – o dovrebbero giustificare – l’impegno in politica. E quindi soprattutto la coerenza con l’uguaglianza di tutte e di tutti. Un’uguaglianza che resta, almeno per me, la stella polare della sinistra. Un’uguaglianza che non si può sempre e solo invocare, prima di continuare a trattare alcune persone come « meno uguali » rispetto alle altre La politica, scrivi giustamente, non ha come parametro il sé, ma la società. Ma è proprio la società che avevo in mente quando ho parlato di coerenza. Non è un caso che abbia citato nella mia lettera di dimissioni Jean Guehenno e il suo invito a « non seguire il mondo come va ». Il mio gesto, in fondo, è solo questo: una testimonianza del fatto che si può, e talvolta si deve, non seguire il mondo come va. Credo che l’integrità e la coerenza siano valori che la politica, se vuole veramente recuperare la fiducia dei cittadini, dovrebbe cercare di rivalutare.
PS: visto che parli di «fatica» e «dolore» mi permetto di parlare del dolore e della fatica di questa mia scelta. Dal gelo che mi ha accolto ieri in Aula, dove in tanti hanno smesso non solo di salutarmi, ma anche di guardarmi negli occhi, alle tantissime mail di chi, invitandomi a tornare a Parigi, mi hanno dato dell’ingrata, dell’arrogante o della poveretta (e tralascio gli insulti o le minacce, che non meritano nemmeno di essere citate). Ma va bene così. In fondo, sono stata io a scegliere di non seguire il mondo come va, no?
Commenti recenti