Archivio | ottobre, 2014

Agghiacciante: una nuova Terra dei Fuochi in Lombardia

31 Ott

Scorie Brescia

Agghiacciante, ripeto. Non trovo altro termine per definire questa grande inchiesta in tre puntate di Amalia De Simone per Corriere.it. Dal dopoguerra ad oggi, oltre trenta milioni di tonnellate di scorie tossiche, prodotte nell’area bresciana e provenienti perfino dall’Australia, dalla Slovenia e altri paesi dell’Est, hanno fatto sì che il territorio pianeggiante – e coltivato – da Bergamo a Brescia sia diventato collinare. Per non parlare poi dei liquami sversati nei campi e delle voragini scavate senza alcuna protezione.

Il Procuratore generale della Corte d’Appello di Brescia, Pier Luigi Dall’Osso, ha disposto che un pool di magistrati indaghi sui fatti che appaiono di una incredibile gravità e fanno pensare a una estesa rete di complicità tra industrie, imprese di trasporto e smaltimento e criminalità organizzata.

Un vero leader dovrebbe saperlo

30 Ott

Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.

– Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.

– Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.

Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: – Perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che m’importa.

Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.

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Da  “Le città invisibili”  di Italo Calvino

Differenze

30 Ott

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Che differenza c’è tra queste due espressioni: “io non tratto con” e “me ne frego di” ?
Nessuna. C’è sempre di mezzo un manganello.

Beppe Viola. Io me lo ricordo.

28 Ott

Da romano (acquisito) me lo ricordo. E mi sono commosso, non mi vergogno a confessarko, leggendo questo pezzo di Gianni Mura, che ringrazio di cuore, anche se non lo conosco (anzi, a maggior ragione, direi).
Ciao Beppe.

Verso il Partito della Nazione !

28 Ott

 

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Nando Longoni segnala questa interessante intervista a Cacciari di Sebastiano Messina pubblicata oggi su Repubblica. Condivido le sue sottolineature in rosso e ricordo a chi ha la memoria corta che questa idea del Partito della Nazione ha un autore ben noto che troverete in basso, dopo l’articolo.
E quindi la tessera numero 1 non sarà di Renzi. 😀

 

Cacciari: “Renzi abbatte i simboli della socialdemocrazia per sedurre il centrodestra con il Partito della Nazione”

Il professore: “Il premier agita bandiere ideologiche e di fatto allontana le due anime del Pd. Una scissione? Non la teme e forse, sotto sotto, la desidera

di SEBASTIANO MESSINA ROMA – “Non c’è nulla di casuale, nulla di improvvisato, nell’attacco di Matteo Renzi al posto fisso e all’articolo 18. Lui sta abbattendo i simboli della sinistra socialdemocratica per penetrare nel centrodestra con il progetto del Partito della Nazione. E’ un piano lucidissimo “. Non è per niente stupito, Massimo Cacciari, della durezza dello scontro che si è acceso nel Pd.

Professor Cacciari, non è la prima volta che un presidente del Consiglio di sinistra dice che è finita l’epoca del posto fisso (lo disse D’Alema 15 anni fa). Eppure stavolta sembra diventato lo spartiacque tra le due anime del Pd, quella che si è radunata alla Leopolda e quella che è scesa in piazza con la Cgil. Perché?
“A volte il tono è tutto. Mentre gli altri dicevano queste cose con un tono di analisi, anche spietata, Renzi mi presenta un destino come se fosse un suo successo personale: ah che bello, finalmente è finita l’epoca del posto a tempo indeterminato! Ma come si fa a non comprendere il carico di ansia, di frustrazioni che una situazione di questo genere può determinare? Un politico non può fermarsi all’analisi: deve dirmi quali sono i rimedi. Deve dirmi quali ammortizzatori sociali ha previsto, e quali garanzie avranno i lavoratori senza più posto fisso per la loro pensione”.

Il segretario del Partito democratico, dice lei, non dovrebbe parlare così.
“Neanche il più feroce dei conservatori ha mai presentato queste trasformazioni sociali che possono generare ansie ed angosce come se fossero delle pensate geniali”.

Il vero centro della polemica sembra però l’abolizione dell’articolo 18. Difenderlo oggi, ha detto Renzi, è come cercare di mettere il gettone nell’Iphone. E’ così?
“Ma è evidente che l’abolizione dell’articolo 18 è una bandiera ideologica, una banderuola rossa che PreviewRenzi sventola sotto il naso dei suoi oppositori e dei suoi sostenitori. L’ha detto lui stesso”.

E perché, secondo lei, ha scelto questo tema, in questo momento e in questo modo?
Perché è il tema che gli dà più spazio nel costruire il Partito della Nazione. E’ un tema ideologico molto forte, che gli permette di penetrare nell’ambito dell’elettorato di centrodestra. E l’articolo 18 è una formidabile arma ideologica per costruire questo consenso trasversale, infinitamente al di là dei confini tradizionali del centrosinistra. Siamo di fronte a un politico puro, e di razza secondo me. Il suo è un calcolo tutto politico, non c’entra nulla il ragionamento economico“.

Ma il partito della Leopolda e quello di piazza San Giovanni possono convivere?
“Queste due anime sono sempre meno avvicinabili, ma Renzi il problema di tenerle insieme non se lo pone neanche. Lui pensa: se io do l’impressione di entrare in un gioco di compromessi e di mediazioni tra personaggi che la pubblica opinione ritiene assolutamente sorpassati, io divento uno di loro, e perdo”.

Ormai il tema della scissione è sul tavolo. Non la temo, dice Renzi. Sarà inevitabile, secondo lei?
“Io credo che lui non solo non la tema ma sia sul punto di desiderarla. Fino a qualche tempo fa no, ma ora forse comincia a pensare che la scissione gli convenga “.

Cioè crede che tagliare le radici, e perdere un pezzo del partito, gli porti più voti?
“Se c’è una scissione, è chiaro che senza i Bersani e i D’Alema eccetera non potrà mai rifare il 41 per cento. Ma il taglio delle radici potrebbe convenirgli, per realizzare il suo progetto. E forse avrà fatto questo ragionamento: se escono da qui, cosa fanno? Si rimettono con Vendola? Fanno un’altra Rifondazione? Se ci fosse qualcuno che ha un’idea oltre Renzi, beh allora francamente sarei il primo io a iscrivermi al partito di questo qualcuno. Ma qui hanno tutti facce, e idee, pre Renzi. Eccetto Civati. Se togli lui, gli altri sono i reduci, come li chiama Renzi. Hanno fatto il Partito democratico senza uno straccio di idea nuova: l’unico che ce l’aveva era Veltroni, che infatti oggi appoggia Renzi. A parte Veltroni, conservatorismo puro, su tutto: dalle riforme istituzionali al lavoro. Cosa vuole che possano combinare, se escono dal Pd? Niente. Il vero problema è: ma a noi piace, il Partito della Nazione?“.

Già. A lei, per esempio, piace?
“Mi piace? Ma io lo detesto! E’ una boutade populistica per arraffare voti e conquistare un’egemonia attorno alla figura di un leader. Ogni decisione favorisce una parte e sfavorisce un’altra. Perciò sono nati i partiti politici, nella democrazia. Partiti: da “parte”. Un Partito della Nazione è una contraddizione logica. Da analfabeti della politica. Ma questo non inficia minimamente la strategia di Renzi e la sua coerenza. Lui oggi si fa un partito suo e se lo fa grosso, rappresentativo, tendenzialmente egemone, chiamandolo Partito della Nazione. Approfittando dello sfascio della tradizione socialdemocratica e cattolico-democratica e anche dello sfascio del berlusconismo. E’ un’occasione unica, irripetibile. E lui la sta cogliendo“.

   Casini _partito-della-nazione_2
                    

La migliore risposta al delirio di Grillo sulla mafia

27 Ott

“La mafia aveva una sua morale”. Questa frase delirante di Grillo mi ha letteralmente fulminato e l’indignazione mi ha travolto. Avrei voluto subito rispondergli ma ero così furioso che non riuscivo a coniugare i concetti. Poi mi è capitato questo post di un amico e l’ho trovato così coinvolgente, così bello, vero e giusto che non ho potuto fare a meno di riportarlo integralmente qui. Grazie Sasha.

Di Simone Sasha Alliva

Io sono calabrese. Calabrese è la mia formazione e la mia cultura. Una cultura orgogliosa e alta, che non ha nulla a che vedere con gli stereotipi dell’ignoranza da lupara e coppola. Sentire Beppe Grillo dal palco dello “Sfiducia Day”, allestito davanti al Parlamento regionale siciliano, dire cose come: “”La Mafia prima aveva una sua morale, non scioglieva i bambini nell’acido”, mi fa arrabbiare, mi offende e mi disgusta. Da calabrese onesto e da persona che con quella che in Sicilia chiamano “mafia”, in Calabria chiamiamo “‘ndragheta”, a Napoli “camorra”, ci ha convissuto gomito a gomito per ventisei anni. La prima volta che conobbi “la morale” mafiosa era il 1997, avevo nove anni, era notte fonda e mi svegliarono quattro scariche di pistola. Poi le urla. Il caos in casa. La polizia, la scientifica, un lenzuolo bianco. Era “la morale mafiosa” che puniva una donna per una questione considerata “disonorevole”.

Ci convivevo con “la morale della mafia” e ci giocavo il pomeriggio ad esempio. Ricordo che il mio compagno di giochi non aveva più il padre. Un uomo che ricordo, alto, massiccio e sempre con la divisa da carabiniere. Lo massacrarono durante la festa del paese, approfittando dello spettacolo pirotecnico con dieci colpi di pistola. Aveva svolto varie indagini su traffici illeciti e sui numerosi sequestri di persona, contribuendo ad assicurare alla giustizia diversi esponenti della ‘ndrangheta.

Ricordo “la morale della mafia” a scuola, in ospedale, per strada, al bar e nelle redazioni dei quotidiani locali. Ha accompagnato la mia infanzia e la mia adolescenza, quella mia come quella di chiunque sia nato e cresciuto al sud.

Dire che la mafia “aveva una sua morale” che è tutta colpa della finanza, dell’economia, della politica dei politici, non offende solo i massacrati per mano dalla mafia negli ultimi sessant’anni. Offende le loro famiglie, i loro figli, i nostri principii, i nostri valori, e la già vacillante dignità del nostro stesso paese. In più corrompe i giovani, li tradisce, gli impedisce di ragionare. Inganna i bambini, li confonde, prepara una generazione di imbecilli.

Stress Test e Mps, un bel giorno per Davide Serra

27 Ott

Stress Test e Mps, un bel giorno per Davide Serra.

Sorpresi? Meravigliati? Io no, per niente.

LEOPOLDA PIGLIATUTTO (Marco Damilano)

25 Ott

L’articolo di Damilano spiega chiaramente la conquista del potere da parte dei leopoldini. E c’è poco o niente da commentare, per chi ragiona con la propria testa.

TUTTI x TUTTI in piazza, domani 25 ottobre. Ecco perché.

24 Ott

EQUILIBRI PRECARI, il film di Mimmo Calopresti per la CGIL

EQUILIBRI PRECARI, il cortometraggio di Mimmo Calopresti per la CGIL

EQUILIBRI PRECARI, il cortometraggio di Mimmo Calopresti per la CGIL
Clicca qui per vederlo:
http://video.corriere.it/equilibri-precari/948595a4-5aca-11e4-a20c-1c0cce31a000

 

“Certo, se becchiamo la fidanzata di Berlusconi nuda la pubblichiamo”.

23 Ott

         MioDio comesono caduta inbasso

Il nuovo possibile editore del glorioso quotidiano fondato da Gramsci nel 1924 (*) racconta all’Huffigton Post i suoi progetti.
Purtroppo, come anticipavo qui, avevo ragione. Non che fosse difficile, eh.

 

(*)Il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito. Dovrà essere un giornale di sinistra. Io propongo come titolo l’Unità puro e semplice che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale.
Dalla lettera del 12 settembre 1923 di Antonio Gramsci per la fondazione de l’Unità.

 

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gli indomabili di Marconi. Zero sconti.

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