Nel mio Pd sono un traditore perché voterò per Tsipras.

24 Mar

Dunque, sono sotto accusa. Di ateismo, alto tradimento, apostasia, non lo so, ma di certo c’è che al circolo Pd dove sono iscritto hanno visto parecchio male la mia adesione alla lista Tsipras per le europee che si terranno il 25 maggio.  Qualche parruccone ancora seguace del pensiero unico ha pensato che non sia consentito a un iscritto al Pd decidere con la propria testa in funzione di quanto sia agli atti e sotto gli occhi di tutti. Quindi, nella migliore delle ipotesi dovrei quanto meno autosospendermi.  Con questo post voglio spiegare la mia posizione e chiedere a chi mi leggerà una franca e sincera opinione , ringraziando fin d’ora per i contributi, quali che essi siano.

Andiamo con ordine, partendo da una premessa: “Un recente sondaggio realizzato per la Commissione europea (Eurobarometro standard 80) rivela che per il 74% degli italiani, i 28 stati dell’Unione dovrebbero cooperare di più per risolvere i problemi che l’affliggono; il 65% ritiene che l’Italia non possa affrontare da sola le sfide della globalizzazione; il 53% è favorevole all’Unione economica e monetaria e il 50% crede che per il nostro paese non ci sia un futuro migliore fuori dall’UE (contro il 30% che lo ritiene possibile). Tuttavia una quota crescente di italiani, passata dal 46% al 55%, pensa che l’UE non stia andando nella giusta direzione ed è pessimista sul suo futuro; in particolare, essi ritengono che la disoccupazione sia il principale problema e (il 64%) che l’UE, fautrice delle politiche di rigore, non stia creando i presupposti per ridurla.
In definitiva, la maggioranza degli italiani è molto preoccupata per le politiche comunitarie e i loro effetti negativi; tuttavia, ribadisce la sua convinzione di fondo europeista, la convenienza del nostro paese a puntare sull’UE e la necessità di accelerane la costruzione, ma cambiando il modo di realizzarla.” (dal sito sbilanciamoci.it).
Ed ora le mie considerazioni.

1. Perché Schultz non mi convince. A parte il discorso che fece al Parlamento europeo contro Berlusconi, dell’attività politica e parlamentare di Martin Schultz – candidato del PSE alla Presidenza della Commissione – non ho molti ricordi  (e Wikipedia non è che mi abbia aiutato molto). Un normale volume di informazione e il suo quotidiano aggiornamento mi hanno consentito tuttavia di farmi nel tempo un’idea piuttosto precisa della sua posizione e di quella del PSE (cui il Pd ha aderito solo alla fine di questo febbraio: non mi pare un particolare di poco conto). Dunque, il socialdemocratico Schultz intende evidenziare sullo scenario europeo alcuni temi, tra cui primeggiano la prevenzione di nuove crisi finanziarie, lo sviluppo di una politica comune su immigrati e immigrandi e l’evoluzione dell’annoso problema della parità di genere.  Circa la brutale politica di austerity imposta dalla Merkel all’Europa (a parte le dichiarazioni fatte a novembre sui guai derivanti dai suoi eccessi in Grecia) poco o nulla: comprensibile, visto che in Germania la SPD appoggia la Cancelliera nella coalizione di governo che ha nel rigido rispetto della soglia del 3% del differenziale debito pubblico/PIL e il contenimento del debito pubblico i suoi punti fondamentali.  Allo stesso tempo, da più parti – anche istituzionali, come la BCE e il Consiglio Europeo –  pervengono sempre meno sommesse indicazioni per uscire dallo stallo della crisi e rilanciare l’economia europea, auspicando investimenti in riforme del mercato del lavoro, retribuzioni, nuove tecnologie: quindi una posizione all’opposto del governo tedesco e che non potrebbe non imbarazzare Schultz se dovesse essere eletto.
C’è poi da considerare chi appoggerebbe Schultz nel caso di sua elezione: Jean-Claude Juncker, il vecchio primo ministro lussemburghese leader del PPE non ne ha fatto mistero. In una recente intervista a Le Monde (non propriamente un giornale di sinistra) ha confidato che lui e Schultz “sono d’accordo su parecchi punti” e difficilmente Schultz potrebbe fare a meno del suo aiuto, visto che anche i laburisti inglesi non sembrano disposti a schierarsi con lui (vedi The European Voice) vista proprio la posizione dell’SPD in Germania.
In conclusione, la mia idea è che Schultz presidente a Renzi – e quindi a noi – non potrebbe dare molto di più che una affettuosa solidarietà ma resterebbe immutato tutto il quadro di rigida osservanza dei vincoli imposti ai paesi più deboli, incluso prima di tutto il Fiscal compact, che dall’anno prossimo ci chiederà il pagamento di circa 50 miliardi di euro all’anno per vent’anni in ordine alla riduzione del debito pubblico. 50 miliardi che si sommeranno agli altri nostri debiti già esistenti e il cui totale non potrà non avere conseguenze pesantissime: all’Italia e agli altri paesi con le economie in crisi non resterà quindi che attuare nuovi piani di enormi sacrifici verso i propri cittadini, con tagli feroci alle pensioni, all’assistenza sanitaria, agli ammortizzatori sociali, solo per dire i primi mi che vengono in  mente.

2. Perchè sostengo Tsipras. Di Alexis Tsipras ho già avuto occasione di parlare qui, e qui c’è il suo programma integrale.  In sintesi, Tsipras si oppone alla politica fin qui seguita dalla UE, succube della potenza economica e politica della Germania, e progetta per il futuro dell’Europa una svolta radicale.  In aperto contrasto coi piani della della ‘trojka’ (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea) chiede la drastica riduzione delle spese militari di tutti gli stati membri, una tassa sulle transazioni finanziarie e una speciale per i beni di lusso,  l’eliminazione del vincolo del 3% del differenziale tra spesa pubblica e PIL, la difesa del diritto all’istruzione, alla sanità e all’ambiente,  il finanziamento da parte della BCE degli Stati in difficoltà e dei programmi di investimento pubblico. Insomma, Tsipras manifesta decisamente la sua opposizione alle decisioni della Troika con un programma apertamente di sinistra e che riporterebbe al sogno di Altiero Spinelli nel Manifesto di Ventotene di un’Europa federata, che Guido Viale ha così felicemente riassunto sull’Huffington Post: “noi della ‘lista Tsipras’ vogliamo più e non meno Europa, ma un’Europa democratica, federalista, rispettosa dei diritti di tutti e delle autonomie locali, pacifica ma forte, inclusiva, sottratta al dominio della finanza“.

Ecco perché dei programmi dei due candidati, l’unico davvero di “sinistra” mi appare quello di Tsipras. In quest’ultimo vedo una decisa virata europea: difficilmente (molto) Schultz potrà opporsi alle politica economica e monetaria di Angela Merkel; Tsipras si dichiara invece pronto a battersi contro il neoliberismo imposto dai poteri forti nella UE.
E poi un’ultima considerazione: se Tsipras (e il GUE, il gruppo della sinistra europea) dovesse riscontrare un inatteso successo (i sondaggi sembrano andare in questo senso, al momento) non potrebbe forse aprirsi un nuovo scenario che veda una coalizione Schultz, GUE, laburisti, Verdi e altre forze progressiste minori unita nell’appoggiare la grande e attesa svolta dell’Unione?

Ecco qui, questo è tutto e non cambierò idea. Però se vi va fatemi sapere cosa ne pensate e grazie comunque.

7 Risposte to “Nel mio Pd sono un traditore perché voterò per Tsipras.”

  1. Marcop medesimo 25/03/2014 a 6:40 PM #

    Caro militante PD eretico,
    pur essendo personalmente allergico al centralismo democratico rigoroso e cieco, osservo che in qualunque organizzazione esiste una linea maggioritaria, una o più linee di minoranza e qualche autorevole posizione individuale. Ora, se quet’ultima è relativa ad un caso/tema particolare/specifico, magari ad una questione di coscienza… ok, ma se si tratta nella sostanza della definizione della identità stessa dell’organizzazione, credo sia praticamente impossibile non esser giudicati con sospetto e (arriverei a dire, giustamante)isolati… Perciò delle due una: o ritieni di far cambiare idea ad una parte significativa del PD [magari!!!] o più realisticamente ed umilmente… cambia partito. Benevenuto in SEL 🙂
    marcop

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  2. Se stai nel PD sdevi seguirne la linea. Se non vuoi seguirla devi uscire. Non ha senso essere dentro e non operare per la linea comune.

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    • pierofil 25/03/2014 a 5:58 PM #

      Ciao, alla tua osservazione ho risposto indirettamente a massimiliano con l’esempio dei 101. Invece occorre più che mai restare dentro, imbottirsi di antiemetici e combattere le deviazioni dagli obbiettivi originari.

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  3. massimilianomartelli 25/03/2014 a 2:39 PM #

    Le considerazioni che hai fatto sono ineccepibili, ma militare in un Partito significa mettere in pratica le scelte prese dalla maggioranza interna allo stesso. Stare in un Partito vuol dire accettare anche decisioni su cui non siamo d’accordo, Naturalmente poi starà al militante adoperarsi per smuovere le sensibilità degli altri tesserati sul proprio punto di vista, cercare di rendere il proprio pensiero egemone dentro l’organizzazione e farla, evolvere.Quindi, se si vuole rimanere dentro, bisogno obbedire alle scelte democratiche della sua maggioranza, altrimenti bisogna andarsene.

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    • pierofil 25/03/2014 a 4:38 PM #

      Concordo. Ma quello che dici vale per una qualunque organizzazione dove le regole siano condivise e osservate da tutti. Così non è nei partiti italiani: valga da solo l’esempio delle correnti interne. Nel caso del Pd, poi, si aggiungono diverse esperienze negative (la più scandalosa delle quali, ricorderai, fu rappresentata dai 101 che votarono contro l’elezione di Prodi), per cui ormai è quasi normale che alla decisione della maggioranza si contrappongano comportamenti ad essa contrari. Se poi quella decisione appare addirittura in contrasto – e accade spesso – con l’opinione dei militanti e degli elettori, chi è in torto?

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      • massimilianomartelli 25/03/2014 a 5:05 PM #

        Per i comportamenti contrari alla linea decisa esistono deferimenti ai collegi di garanzia. E’ lo strumento fondamentale per far valore gli obblighi statutari. Se poi neanche i collegi di garanzia si comportano con imparzialità, l’unica cosa è lasciare quel Partito.

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      • pierofil 25/03/2014 a 5:56 PM #

        Ti risulta che i 101 siano stati deferiti alla CNG? Ma, prima ancora, ti risulta che il partito abbia affrontato un’analisi approfondita su quello scandalo? In quei giorni avremmo dovuto abbandonare in massa il Pd, ma siamo rimasti per combattere dall’interno ed è quello che continuerò a fare. Fin quando non mi cacceranno. Tanto manca poco. 🙂

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